Per quello che ho fatto, per quello che ho scritto e tradotto, per come mi sono comportato nella vita quotidiana con tutti (uomini, animali, vegetali, cose), meriterei un premio… ancora da inventare!
Professore, conosce il miracolo di Lanciano?
Ne ho sentito parlare…ma ho lavorato su quello di Bolsena!.
*Io, invece, sono stato, per lavoro, a Lanciano, dove ancora credono al Miracolo, ad un fatto miracoloso accaduto nel 700 d.C.
Tu parli di Lanciano in provincia di Chieti, di Anxanum, capoluogo dei Frentani, che conserva, da oltre tredici secoli, il primo e più grande Miracolo Eucaristico della Chiesa Cattolica!
*E’ credibile, professore?. Io conosco anche un altro miracolo, quello di una certa Ricciarella- che, portò a casa un’ostia consacrata da dare al marito, cattivo, e che poi, vistala sanguinare, la bruciò, consigliata da un’ebrea, ed impaurita, la gettò in una stalla di Lanciano vecchia, dopo averla coperta con un coppo, nascosto sotto lo sterco, ritrovato poi da un frate offidano, che portò via le reliquie e le pose piamente nella Santa Croce, custodita nella chiesa di Sant’Agostino, ad Offida. Io, a proposito, ho letto R. Iaria, I miracoli eucaristici in Italia, Edizioni paoline,2005!.
Marco, ogni fatto miracoloso medievale è mitico se è esaminato razionalmente, e questo frentano ancora di più, data la lunga fase di tradizione bizantina,- interrotta da Enrico VI- prima, e poi, cattolica, l’una basiliana ellenica e l’altra monastica latina, frutto di due culture, che credono, ancora oggi, al fenomeno della transustanziazione eucaristica del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo al momento della consacrazione del sacerdote, durante la Messa!
*Professore, io leggo che lei ha scritto in Corpus domini 1264: Transiturus de hoc mundo è la bolla papale, del 1264 , che istituisce la Festa con la processione del Corpus domini e completa il lungo processo dottrinale sulla transustanziazione, trasformazione, oltre la sostanza del pane e del vino, in Corpo e sangue del Cristo, sancita come dogma dal IV Concilio Lateranense del 1215, controversa fino ad allora ... Lei parla di controversie e di discussioni teologiche e dottrinali e non accenna affatto ad un evento miracoloso come quello di Lanciano. Come mai? Certamente il fatto era già noto al papa e alla curia romana?
Marco, io opero esattamente sull’anno 1264, in cui il papa francese, fautore dei D’Angiò, propende per un nuovo tipo di vassallaggio nei confronti di una famiglia corregionale, in una volontà di abbandono e di sostituzione della dinastia normanno- sveva, rappresentata da Manfredi, annullandone i privilegi ottenuti da Niccolò II (cfr. Niccolo II e i normanni in www.angelofilipponi.com)!.
*Certo. Lo so. Lei afferma che Urbano IV, Jacques Pantaleon, istituita la festa del Corpus domini, fissata la data per il giovedì dopo la domenica della Pentecoste, affida l’ufficio rituale della solennità a Tommaso di Aquino (1225-1274), un domenicano allora in convento ad Orvieto, mentre nell’articolo Niccolò II e i normanni scrive sulla situazione dell’Italia centro- meridionale, adriatica, e sui benefici ricevuti dai normanni (Roberto il Guiscardo e suo nipote Roberto di Loritello, figlio del fratellastro Goffredo d’Altavilla, risultano infeudati anche delle terre ex bizantine fino al Tronto e all’Ete, zona fermana) dal papa, che, nel clima di uno scisma, li premia in quanto ora fedeli al rito cattolico e recitanti il credo con filioque. Quindi deduco che il papa, accettando la conversione dei normanni, li stacca dalla liturgia bizantina basiliana, ed impone, in quelle terre sotto il loro dominio, le forme cattoliche del celibato in una condanna del nicolaitismo e della simonia e sfrutta il loro militarismo per una crociata antisaracena, convinto di avere uomini che recitano il credo trinitario latino (Credo in Spiritum Sanctum, dominum et vivificantem, qui ex Patre Filióque procedit, qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur, qui locutus est per prophetas).
Marco, la zona di Lanciano cade in mani normanne dopo il 1054 e in varie fasi, in quanto la conquista delle terre del medio Adriatico non è facile poiché la penetrazione nell’interno della provincia di Chieti ad opera di Roberto di Loritello e di Giordano Drengot, è lenta, nonostante il decreto di legittimazione, concesso da Gregorio VII nel 1080, e si completa solo col fratello minore del primo, Rodolfo di Loritello, detto Rao di Catanzaro, che arriva prima nell’ascolano e poi nel fermano!.
* Per questo, professore, il miracolo di Lanciano rimane ignoto e solo dopo il fatto paradossale di Bolsena, viene propagandato, in quanto considerato evento locale basiliano, scismatico, nonostante i circa 560 anni di venerazione popolare.
Il ricordo di tale Prodigio, avvenuto nel sec. VIII d. C., nella piccola chiesa di San Legonziano, a causa del dubbio di un monaco basiliano sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, a dire la verità, si fonde con la fiera di Lanciano, quando il papato nel XII e nel XIII secolo incrementa il culto di santi o di angeli per accomunare le popolazioni, che, riunite, fanno mercato e insieme venerano tutto ciò che è fenomeno misterioso e paradossale.
*E’ , dunque, un momento successivo quando anche nel Nord Europa si organizzano fiere nelle Fiandre e in Champagne, che richiamano non solo le popolazioni limitrofe, ma anche persone di altri paesi, attirati per i giochi, che si svolgono intorno alla cattedrale cittadina e per il mercato agricolo e bovario.
Certo. Marco. Iniziano anche i pellegrinaggi verso Santiago di Compostela, verso Roma, verso la Terra Santa, passando per la Puglia in direzione della grotta di s. Michele sul Gargano.
* L’ Europa del nord si muove verso sud e le fiere compattano la comunità cristiana nel segno di Cristo, con la centralità delle cattedrali, che conservano preziose reliquie, come quelle offidane (cfr. L. Carducci, Il miracolo eucaristico di Offida e il santuario, Grafiche Angelini, Ascoli Piceno, 1995).
Anche in Italia e nel medio Adriatico qualche fiera attrae di più per la varietà del mercato e per un certo culto religioso: quella di Lanciano-, che valorizza il Miracolo– e quella di S. Martino a Grupte -Grottammare (A.P.), che richiama masse anche di fedeli grazie ai privilegi -accordati da bolle papali per la Sacra giubilare in quanto rievoca il naufragio del 1170 di papa Alessandro III, rifugiatosi nel porticciuolo naturale locale – oltre che per la ricchezza dei prodotti agricoli.
*Professore, so che le feste oggi sono distinte a Grottammare: una avviene a luglio nel periodo estivo come celebrazione per i turisti, l’altra, invece, a novembre nel giorno di S.Martino.
Bene. Ti aggiungo, Marco, a conclusione, che, comunque, la popolazione fece una prima petizione a papa Pio VII nel 1803, in epoca napoleonica, per avere un decreto, visto che non esisteva una bolla papale del 1170 e l’ebbe con un’ indulgenza plenaria per ogni partecipante!
*Professore, io ho visto anche quello di Paolo VI, concesso a seguito di una nuova petizione grottese e so che il miracolo di Offida è certificato da tanti decreti pontifici, a partire dal 1280, anno in cui avvenne la traslazione delle reliquie di Ricciarella da Lanciano vecchia al paese ascolano!.
Bene Marco. Anche a Lanciano c’è l’ostensione dell’ ostia santa !. Tu l’hai vista?
*Viene fatta, a Lanciano, l’ ostensione dell’ostia /carne e del vino/sangue nel corso della celebrazione e viene messa in evidenza la mutazione dell’ostia in Carne viva e del vino in Sangue vivo, raggrumatosi in cinque globuli irregolari, diversi per forma e grandezza!. Io ho visto personalmente l’Ostia-Carne, che ha la grandezza dell’ostia grande, attualmente in uso nella Chiesa Latina, leggermente bruna e che risulta tutta rosea, se osservata in trasparenza.
Il Sangue, raggrumato, come appare ?
*Il Sangue, coagulato, è di colore terreo, tendente al giallo-ocra. Ho saputo che l’ostia- Carne, dal 1713, è conservata in un artistico Ostensorio d’argento, finemente cesellato, di scuola napoletana, mentre Il Sangue è contenuto in una ricca ed antica ampolla di cristallo: il Miracolo, grazie alla Bolla pontificia di papa Alessandro III, – che annullò il compito dei Monaci Basiliani, che lo avevano conservato fino al 1176, e lo diede in concessione ai Benedettini, che lo tennero fino al 1252- fu custodito, allora, per volere del vescovo di Chieti, Landulfo, dai frati Minori Conventuali, che, ancora oggi, lo custodiscono.
Grazie Marco. Senza il tuo contributo non avrei mai curato di mettere in relazione il Miracolo di Lanciano con quello di Bolsena: il miracolo di Lanciano e quello di Bolsena hanno, comunque, una spiegazione scientifica, secondo la ricercatrice Joanna C. Cullen, della Georgetown University, che ha sperimentato su un’ ostia come l’azione del batterio Serratia marcescens, in certe condizioni di umidità, dapprima origini una macchia rossa che, poi, riduce il tutto in una raggrumata mucillaggine!