Il sabato e Filone

SABATO

Filone (Vita di Mosé III, 144-147) tratta del sabato e rileva la venerazione di Mosè per il sacro settimo giorno,  ammirato per la bellezza, posta come sigillo al cielo e al Kosmos,  raffigurazione della natura stessa.
Per Filone sabato è  armonia  anzi è natura nella sua armonia  e, come tale, partecipa di essa.
Il filosofo, però, usa connotazioni  lessicali negative,  in quanto, di norma  si serve dell‘a privativo  per indicare che il sabato  non ha madre, che non partecipa, che è frutto senza seme paterno, che non ha avuto gestazione e poi, per contrasto, lo rivela solo  con termini  positivi in quanto bello in tutto, sempre vergine. Ed infine chiude con una triplice  negazione oute.. oute …oute.

Filone, quindi, nota le caratteristiche del sabato e le marca con precisione: amhtor (senza madre), genneas tes thhleos amétokhon (non partecipe di nascita femminile), ek monou patros spareisan aneu sporas (generato senza seme da padre solo), gennetheisan aneu kuhseos (nato senza gestazione) pagkalh (tutto bello) ma anche aieiparthenos (sempre vergine), out’ek mhtros oute mhthr (non nato da madre  e né madre,  out’ek phthoras oute phtarhsomene (non generato da corruzione né corruttibile).
Filone aggiunge che per Mosé il sabato è nato il giorno natale del Kosmos (cosmou genethlion) ed è festeggiato dal cielo dalla terra e da ciò che si rallegra e che gioisce sulla terra  per la completa armonia del settimo giorno.
L’alessandrino ripete eortazei-festeggiava  in modo da  marcare poi la necessità da parte di Mosè (grande in ogni cosa)  di far festeggiare agli iscritti nella lista dei cittadini della sua santa costituzione  (autou th iera politeia)  che seguono le legge,  il settimo giorno (panhgurizein).
Secondo l’alessandrino il monito di Mosè è quello di  vivere con allegria e gioia e di astenersi da ogni attività, volta al guadagno e ad azioni tese al sostentamento,  di rimanere inattivi tanto da  sospendere ogni fatica e perfino pensieri gravi. 
Mosè, secondo Filone, si preoccupa perfino dell’organizzazione del tempo libero.
Perciò l’alessandrino precisa come passare il tempo libero, da occupare non in ridicolaggini  o giochi o spettacoli di mimi e di danza, propri dei maniaci del teatro che, con la vista e con l’udito, rendono schiava l’anima – la quale, invece, è regina per natura-  ed invita a trascorrere il giorno solo con philosophein.
Allora  il legislatore puntualizza anche cosa voglia dire philosophein: spiega il termine e mostra che non bisogna  seguire la filosofia praticata dai cacciatori di parole (logotherai) e dai sofisti, che vendono come merce  in piazza dogmata kai logous  (principi e discorsi)  senza arrossire per la vergogna  poiché si servono della filosofia contro la filosofia  (philosophia kata philosophias).
Perciò  Mosé completa la sua spiegazione parlando della vera  filosofia ( too too onti philosophein)  che si tesse con tre fili (usando il termine  sunuphantai  mettere insieme  tessendo) per formare una sola figura,  armoniosamente composta  per l’acquisto e il godimento di felicità…
Filone poi  (Ibidem,150)  mostra come ogni giorno, quando è possibile, specie il sabato, è costume praticare la filosofia: mentre il capo spiega e insegna  ciò che bisogna fare e dire, tutti progrediscono  nella virtù migliorando i costumi e il tenore di vita: egli sintetizza il suo pensiero con due genitivi assoluti: tou men  hgemonos uphhgomenou  kai didaskontos  a te khrh  prattein kai legein), ton d’eis kalokagathian epidotonton  kai beltioumenon ta the hthh  kai ton bion)…
Infine Filone (ibidem 151) aggiunge attualizzando che ancora oggi, da allora, i giudei dedicano il sabato alla filosofia (philospousin  tais ebdomais … thn patrion  philosphian) passando quel tempo con lo studio (episthmh) e con la contemplazione delle cose naturali (theoria toon peri  phusin) …
Filone in un’epoca quando l’ellenismo ha mostrato la propria capacità di innovare e di essere utile alle genti,  rivendica per il suo popolo  l’attività scientifica e la pratica costante della filosofia teoretica, insomma la funzione ebraica di ricerca di investigazione non solo in senso morale, in quanto identifica morale e politica secondo la linea platonico- aristotelica, sviluppando l’etica nicomachea… ma anche come  culto divino…..
Mi sembra che questa concezione del sabato sia anche nei mistici  dello Zohar  che considerano  i sei giorni della creazione  e il settimo del riposo come le sette sofiroth, rimaste, dopo Kether, Hochmà e Binàh…
D’altra parte Shi’mon ben Yochay e suo figlio Ele’ezar sono fondamentali nella struttura  della creazione mistica (lo stesso aramaico del Talmud Bauli e quello del Targum Onkelos sono testimonianza di una lettura biblica,  conforme a quella filoniana  oniade) e nell’ interpretazione di Bereshith barà ‘Elohim  dove ‘Elohim  è soggetto ed oggetto di Barà (come Mi ed Eleh, corrispondenti numericamente) cfr G. SHOLEM, Le grandi correnti della mistica ebraica, Einaudi 1982, p.230…
Filone  fu ripudiato da Yohakanan  Ben Zaccai e dalla sua scuola  di Iavne e poi da rab Aqivà, ma la sua opera circolò in Palestina senza essere esacrata  e riconfluì in qualche modo nel Commenti  rabbinici e nel Talmud?  oppure si può ritenere che Aquila,  Simmaco (e Teodozione) influirono  in qualche modo sul Talmud e di conseguenza lasciarono solo segni del testo filoniano? …
E’  questo, dunque, un problema orientale, di trasmissione: solo lo studio mirato sul Sufismo e quello sui Talmudim forse potrebbe dare larvate soluzioni?  o  forse aumentare le quaestiones?  o sarà mai possibile fare una certa luce da contrapporre a quella via  filoniana occidentale chiaramente manipolata ai fini della giustificazione dei dogmi cristiani ?…
Si pensi che le crociate risultano  uno scontro militare,  ma sono anche un incontro culturale e un confronto tra tre religioni monoteistiche. ..
Il dialogus di Abelardo tra un filosofo (sicuramente un arabo), un Giudeo e un cristiano, del 1141. testimonia questo clima  di confronto  anche se chiaramente Pietro il Venerabile di Cluny è dissuaso da Bernardo ad intrattenere rapporti con i giudei e con gli arabi uomini  di superiore cultura rispetto ai monaci ex militari  rozzi ed ignoranti …
La grettezza cristiana, mista ad ignoranza, che accusa i giudei di ostinazione pervicace  e di comprensione solo letterale, si rivela totalmente proprio nell’interpretazione testuale: ancora i dotti medievali hanno una visione caraitica del giudeo, che invece già si avvia verso soluzioni allegoriche in senso mistico-estatico …
Già con  Abelardo, una generazione prima, quasi  all’epoca di Pietro di Leone di Benedetto Christiani, fratello della madre, ebrea,  di Ildebrando di Soana  (Gregorio VII)  c’è una disputatio Iudaei et christiani  di Gilberto Crispino abate di Westminter che registra una conversazione reale, molto simile a quella che Abelardo ebbe con un giudeo  davanti al re di Francia, Filippo secondo l’itinerarium Kambriae di Gerardo di Cambrai…
D’altra parte Abelardo potrebbe aver conosciuto la stessa opera di Yehudah Allewi,   Sefer ha Kuzari.
Questi narra che il re dei Kazari interroga tre saggi, fatti venire al suo cospetto per una disputa teologica.  Siccome
il cristiano e il musulmano si riferivano sempre allo stesso testo ebraico, allora il re chiamò un ebreo e si convertì alla vera religione, quella ebraica …
Al di là della storia dei tre anelli resta il fatto che i kazhari  storicamente si convertirono al giudaismo…
Poco prima di Abulafia, nel 1263 si tenne  anche una disputa tra Moshè ben Nachman  e l’apostata Pablo Christiani, da cui sembra potersi ricavare una frase di questo genere: quando sarà giunto il tempo della fine il Messia,  per ordine di Dio,  verrà dal Papa a chiedergli la libertà del suo popolo  e, solo allora, il Messia  sarà considerato veramente venuto, non prima…
Di parere contrario è la disputa del 1270  descritta nel Libro del Gentile e dei tre  saggi di Raimondo Lullo, in quanto si contempla la conversione., alla fine, del filosofo gentile al cristianesimo…
Comunque il problema della trasmissione di testi filoniani in Oriente resta aperto;…  di una cosa, però, posso dire aver una qualche sicurezza: il lessico  mistico di Filone ha influenzato e condizionato sia il Talmud  Bauli che lo Zohar……
Come, comunque, non ho potuto dimostrare che il  primo cristianesimo era poca cosa senza Filone, ancora di meno  posso dire,  da sciocco. intuitivamente-  che Filone ha valore fondante anche per il giudaismo della kabbalah.. Tutta la speculazione medievale fino al mille, è da considerarsi sotto l’egida agostiniana, che però è molto condizionato dalla scuola alessandrina e specificamente da Filone, da Origene, da Didimo il cieco…
Fino all’ottavo secolo  quando l’islam conquista l’Oriente romano e l’Africa romana, spezzando l’unità culturale della civiltà romana-ellenistica, prima ancora che la chiesa cattolica prenda coscienza della sua auctoritas e della superiorità rispetto alla potestas imperiale  barbarica, tutto è ancora dominato dal nome divino di Roma. Su questa base romana prima il pontefice gioca la carta del romanitas poi per breve tempo lo stesso popolo romano,  desideroso di affermare giuridicamente il proprio diretto all’elezione imperiale e a quella stessa papale…
Finito il Medioevo, la civiltà Rinascimentale dà il via ad una nuova concezione,   con metodo nuovo,  alla ricerca  non mitica di Roma , ma su basi filologiche e archeologiche.   per un avvio degli studia humanitatis…