Falsificazioni cristiane apollinariste

Marco, tu sai che nel corso dei secoli ci sono stati falsari che hanno falsificato documenti ed atti. 

*Ci sono stati anche falsari in campo religioso?

Si conoscono falsificazioni apollinariste,  avvenute sotto Costantino e i suoi figli in un clima di lotte tra ariani e katholikoi, a seguito delle formulazioni dogmatiche del Concilio di Nicea. 

*Quindi, professore, nei 56 anni tra questo concilio e  quello di Costantinopoli, si colloca l’eresia di Apollinare di Laodicea e dei suoi seguaci, non allineati alle  formulazioni di Gregorio di Nazianzo. Io so poco o niente  di lui,  me ne può parlare?

Apollinare ( 310-390/92 d.C. ) è un christianos, prima, amico di Atanasio ed antiariano, poi, suo antagonista,  abile ad enfatizzare  la natura divina di Christos a scapito di quella umana, cadendo in una posizione cristologica  non orthodossa, ma  eterodossa, condannata poi da Concili e da Teodosio, che lo esilia.

*E’ , quindi,  un eretico! In che consiste la sua eresia esattamente,  se è Katholicos ed antiariano?

Marco, è un christianos  fervente amico orthodocsos  prima di Atanasio e poi qdivene eterodosso secondo  le parole di Alberto Pincherle,  che rileva che in  Christos il logos divino ha preso il posto dell’anima umana, o, meglio, della parte superiore dell’anima… per cui viene negata al Cristo un’umanità perfetta.

Per lui ,  dunque, Christos, non essendo perfetto uomo,    è  perfetto come Dio! 

Perciò, Marco , Gesù non  può morire in croce,  e non ha possibilità di redimere realmente il mondo dal peccato di Adamo!.

*Apollinare viene  condannato come modalista, come uno che crede che Christos  abbia forma umana ma non è vero uomo, ma vero Dio  ?

Marco, ti spiego!. Per Apollinare,“natura/ϕύσις significa la stessa cosa che “persona/upostasis “, per cui  il parlare di “due nature” è lo stesso che parlare di “due persone“, ma così operando  l’eretico attribuisce al Logos la possibilità di un mutamento, concedendo anche una libertà di scelta fra bene e male, per cui l’Incarnazione risulta effetto della libera volontà di un essere finito, non dissimile, quanto a natura, dagli altri uomini!. Christos non può, dunque, essere un profeta-nabi redentore, in quanto uomo semplicemente ispirato da Dio perché in lui la divinità si può essere semplicemente sovrapposta agli elementi che costituiscono la creatura, che  necessariamente  non è una sola persona, ma due!.  Mi spiego meglio. Per Apollinare il Logos divino è l’archetipo, il modello ideale della parte superiore dell’anima, esistente in modo differente  in tutti gli uomini, come elemento divino: quando, però, è il Logos stesso che si incarna, uios theou/Figlio di Dio, si può parlare altrettanto esattamente nei suoi riguardi, di perfetta umanità, mentre non si può  parlare solo  di teleioosis-perfezione  divina secondo la lezione filoniana, in cui c’è quella tricotomia dell’uomo in corpo- ulh o sooma,-  anima, anima razionale /νοῦς , e spirito /πνεῦμα,  che si può far risalire alla tradizione del pensiero ellenico, o a quella della Sacra Scrittura, da cui deriva  la stessa  divisione triplice paolina  in ilici, psichici e pneumatici!

*Dopo le condanne,   è vero che  gli apollinaristi  falsificano i documenti, essendo alcuni di loro grammatici, abili  a mistificare cambiando lettere?

Sembra che gli apollinaristi  sappiano operare magistralmente, dopo la condanna a Roma nel 377 d.C. , su  O-Omikron  maiuscolo e  Θ-Theta maiuscolo, che sono sono lettere soggette  a falsificazioni, avendo due grandi maestri, uno d’epoca cesariana, un certo Faberio , scriba di  Antonio consul  del 44 e poi triumvir,  e l’altro in età tiberiana e  caligoliana,  Lampone di Alessandria,  scriba di Avillio Flacco, governatore di Egitto,  detto    Kalamosphacths cfr.  Lampone Kalamosphacths  in www.angelofilipponi.com 

*Professore,  ma seguitarono anche dopo le accuse subite ad Antiochia  nel 379  e dopo  il Concilio di Costantinopoli,   a seguito della contesa christologica  con Gregorio di Nazianzo ed anche dopo  i decreti di Teodosio  e l’esilio di Apollinare, specie dopo l’incontro- scontro personale  con Gregorio di Nissa, fratello di Basilio il grande,   che  lo bolla  come eretico  dell’incarnazione  nell‘ Antirrheticus  e come  millenarista.   

Marco,  con  Apollinare  comincia una nuova fase delle grandi controversie dogmatiche, quella relativa la christologia: la sua affermazione nella polemica antiariana, che il Verbo, consustanziale al Padre, si unisce in Christos al corpo e all’anima vegetativa, prendendo il posto dell’anima razionale (è chiaro il fondamento platonico delle tre anime!), tende a sminuire il valore dell’incarnazione di Gesù, la cui umanità imperfetta, senza una propria anima razionale, rende tra l’altro difficile spiegare come questa si redima se non assunta dal Verbo (per lui solo ciò che è assunto è redento!).

*Apollinare intende, dunque,  l’Incarnazione come semplice assunzione della “carne” in una critica   letterale, congiunta  al  sentimento della realtà del logos ‘Incarnato, complicata da  una concezione  millenarista, basata su  speranza di attesa del ritorno del  Christos, dopo un millennio!. 

Marco,  io ho seguito solo il problema cristologico  e posso parlare solo di questo, altri, invece, hanno operato, specie Alberto Pincherle, sulla figura di Apollinare  e a me sembra che abbia ben capito e il primo Apollinare antiariano  ed anche  il secondo, quello millenarista, avendo  esaminato la sua opera e  ricostruito la polemica  tramite i due libri di Gregorio di Nissa,  Antirrheticus e Kat’Apollinariou, ambedue studiati anche da  Giorgio Pasquali in  Lettere di Gregorio di Nissa,  Studi italiani  di filologia classica  1923 pp 75-128.

*Lei, quindi, mi rimanda al loro studio, filologico e  critico? 

 Marco, specie Pasquali,  rileva  l’incertezza del nisseno circa l’anakrasis / mescolanza sulle due nature  e l’impossibilità per  un corpo  con un’anima, dotata di arbitrio, come  quella di un uomo, di essere  Dio che ha un nous-mente divina con logos.  Il critico loda  lo spirito di polemista dell’eretico che  sa  colpire immediatamente il centro delle dottrine avversarie e se ne  compiace, volendo   giocare con le idee e dare dimostrazioni esaurienti sotto ogni riguardo, che però, perdono di vigore nel ragionamento antitetico e finiscono talora in affermazioni, tipiche di chi reagisce

 *Professore,  anche lei, operando su Gregorio di Nazianzo ha criticato la retorica  del  christianos di fede niceno-costantinopolitano,  che spera nella paterna protezione divina!

Marco, la mia  posizione è epicurea,  naturale,   come quella del  Pasquali, che ha rilevato il pensiero del Nisseno, cappadoce, che,   quando vuole precisare, cade in equivoco, data l’enfasi e considerata la retorica  circa l‘ agennhsis,   la gennhsis e l’ekporeusis, proprio se vuole mostrare la falsificazione dei seguaci  di Apollinare, millenarista,  specie nel periodo romano,  sotto il papato di Damaso!. Il Millennio…. è qualcosa di profondamente diverso dalla società armoniosa disegnata dal pianificatore utopico: è un mondo trasfigurato nel quale il dominio, la penuria, l’impotenza, la guerra e persino la morte non saranno che un vago ricordo. In maniera tipica, il millenarismo annuncia una mutazione metastatica che, essendo al tempo stesso sacra e profana, è strettamente connessa al tema escatologico della fine del mondo! Il mondo è armonia secondo l’oikonomia tou theou, paterna!

 *Professore, Apollinare mostra che bisogna  attendere il Regno di  Christos, destinato a tornare a seguito di eventi catastrofici, e a far trionfare il bene. 

Marco,  Apollinare mostra  che viene  ripristinato il Malkuth  che  dura 1000 anni,  dopo la vittoria dei giusti sul male,  quando il  leone della perfezione prevale su quello della perdizione e si ha la città di Dio  con palingenesi,  senza la presenza del male, essendoci una nuova età aurea, anch’essa destinata  a chiudersi con una tragica apocalisse. Tra le tante monografie sull’argomento Cfr. Hefele -Leclercq, Histoire des Conciles, II, i, Parigi 1908, pp. 21, 59-62; 220 n. 5; 222; 501 n. 1; R. O. Stählin, in W. von Christ, Geschichte der griechischen Literatur, II, ii, Monaco 1924, pp. 1444 segg., oltre a Dräseke, Apollinarios von Laodicea, sein Leben und seine Schriften, Lipsia 1892 (in Texte und Untersuchungen, ecc., VII, 3 e 4); G. Voisin, L’ Apollinarisme, Lovanio 1901; H. Lietzmann, Apollinaris von Laodicea und seine Schuele, Tubinga 1904 C. RAVEN,  Apollinarisme, Cambridge,1925, e   A. Pincherle,   Enciclopedia italiana, 1929 voce  Apollinare di Laodicea.

*Grazie, professore,  per le indicazioni bibliografiche e specie per avermi mostrato quanto siano deleterie le falsificazioni apollinariste, di grammatici eretici, che stravolgono la lettera stessa degli enunciati   scritti  e nel III e IV secolo d.C!