Marco, sembra che Eusebio in Vita di Costantino – III, 33,3 – (a cura di Laura Franco, BUR 2009) mostri la costruzione della Nuova Gerusalemme, al momento iniziale della costruzione della Chiesa del S. Sepolcro, alla presenza di Elena, che si trova ad Est, sul tracciato di Aelia Capitolina, come se volesse evidenziare l’origine orientale della regina romana.
*Perché dà grande importanza alla posizione della madre di Costantino? mi vuole dire che lei, donna di Bitinia, guarda da romana occidentale ad un naos orientale, in costruzione in una Colonia?
Marco, si tratta della prima vera Chiesa cristiana, fatta costruire da un imperatore -pontefice massimo pagano, che ha precisi doveri nel rituale del segnare l’area sacra del temenos/recintos templare! Perciò, la descrizione dell ‘autore cristiano sulla nuova e seconda Gerusalemme/kainhn kai nean Jerusalhm risulta scrupolosa in quanto vuole essere testimonianza evidente della resurrezione/to ths anastaseoos enarges…marturion, in una contrapposizione al vecchio tempio ebraico, lasciato in rovina, e alla stessa colonia romana. Ti aggiungo che Eusebio vede l’ inaugurazione nel 335 del Santo Sepolcro insieme agli altri prelati, presenti al concilio di Tiro. Forse non è un caso che sia scritto nel lII libro,33,3 così: era infatti il sepolcro carico di eterna memoria, che recava in sé il trofeo della vittoria del grande Salvatore sulla morte, sepolcro divino presso il quale un tempo l’angelo splendente di luce diede a tutti il lieto annuncio della Resurrezione, rivelatasi attraverso il Salvatore/ mnhma d’hn aiooniou mnhmhs gemon, tou megalou soothros ta kata tou thanatou periechon tropaia, mnhma thespesion, par’ooi phoos ecsastraptoon pot’aggelos thn dia tou soothros endeiknumenhn palinggenesian tois pasin euhggelizeto.!
*Alla retorica descrizione del sepolcro corrisponde certamente un’adeguata ricchezza nell’ornamento di una Chiesa da opporre al vecchio distrutto Tempio gerosolomitano e alla bellezza della colonia adrianea!
Certamente. Non per nulla si parla di edificio contrapposto /antiproosopos, che è di fronte/antikrus alle rovine templari e si dice dell’ordine dell’imperatore di adornare la santa grotta/ieron antron, che è il centro principale, con colonne di gran pregio e di massima eleganza.
*Costantino si occupa anche di fare innovazioni circa altri spazi?
Si sa che passò ad occuparsi dell’immenso spazio, che si estendeva a cielo aperto, che adornò di una splendida pietra, con cui fece lastricare il pavimento; sui tre lati l’area fu circondata da lunghi porticati con colonne e sormontata, in seguito, da un edicola chiamata della resurrezione. Tutta la struttura era composta da 5 navate, delimitate da un doppio ordine di colonne ed aveva tre porte sul lato orientale mentre sul lato occidentale era chiuso- forse- da un abside, fulcro della basilica !
*La costruzione, con inaugurazione, avviene in relazione al pellegrinaggio di Elena, sua madre, alla città santa nel 326-327?
Marco, l’Augusta si dice che trovò, oltre la croce, anche il luogo della sepoltura, su cui il figlio aveva stabilito di fare un monumento funebre al Christos e con questo ricostruire la città di Gerusalemme sulla base romana adrianea!.
* Ho sempre pensato che Costantino costruì solo il Santo Sepolcro? Una normale Chiesa?!
Hai pensato male perché l’imperatore costruì un complesso di edifici per cui il santo Sepolcro comprendeva un atrio che si collegava al cardine colonnato, una basilica a cinque navate , una corte porticata con la Roccia del Calvario e fece porre le reliquie della vera Croce in una Cappella posta all’angolo sudorientale nella Rotonda dell’anastasis/resurrezione con l’edicola della tomba di Gesù e collegò la basilica con numerosi edifici (residenza del patriarca Macario-314/333 e un battistero ed altre case).
* Un gran lavoro!
Gli scavi, fatti dal francescano padre Corbo nel 1982 (cfr. Non dicere ille secrita a bboce in www.angelofilipponi.com) rivelano che Costantino, riusando il materiale esistente adrianeo e quello templare erodiano, crea un corpus nuovo anche se la struttura presenta pietre di epoca successiva bizantina. Comunque, se si esamina il mosaico di Madaba della chiesa di s. Giorgio (cfr. Tabula peutingeriana, in www.angelofilipponi.com ) tutta la costruzione costantiniana risulta opera centrale, fulcro della città cristiana!.
*Professore, Eusebio prima parla a lungo dell’attività della pia madre di Costantino e del suo viaggio- pellegrinaggio, senza accennare alla uccisione e di Fausta, la moglie dell’imperatore e di Crispo, il figlio – colpe gravi da espiare per Eutropia ed anche per la pellegrina augusta -, e poi delle costruzioni costantiniane ed infine dei decreti contro i templi pagani. E’ possibile che un Pontifex maximus, pagano, desideri che a Gerusalemme/Aelia capitolina non ci siano più templi e che la città sia del tutto cristianizzata?
Marco, non penso così perché Zosimo (Storia nuova II,31) parla di un sovrano, che costruisce Costantinopoli e la vuole rendere simile a Roma ed aggiunge che Costantino edifica un ippodromo presso il quale è posto il santuario dei Dioscuri e vi colloca il tripode di Apollo delfico, che sosteneva pure la statua del Dio nel foro, circondato da quattro portici, dove costruisce, due templi uno a Rea -senza, però, i leoni- ed una alla Dea Roma e li inaugura. Inoltre Libanio (Orazioni 30,5-6) afferma che i templi esistevano ancora a Costantinopoli come prima nella città di Bisanzio! Non è possibile che l’imperatore possa avere decretato di eliminare i templi di Aelia Capitolina.
* Allora la tradizione cristiana mente?
So dire poco o niente su questa menzogna, ma posso precisare che i culti pagani non cessano e che, a detta di Libanio (Orazioni 30, 5-6) gli dei sono sempre onorati coi loro sacerdoti /neocooroi/spazzini . La notizia sembra confermata da Girolamo che, parlando nel Chronicon dell’anno 331, tratta di permessi accordati ai pagani mentre Orosio (Adversus paganos, 7, 28,28), pur sapendo che l’imperatore fa un decreto strano, dato il suo ufficio di pontefice massimo, affermando che Costantino ordina la chiusura dei templi, cosa improponibile!.
* Elena augusta, che dispone del denaro pubblico, morta al ritorno dal pellegrinaggio, è alonata, comunque e dovunque, dalla tradizione cristiana, come benefattrice magnifica, elargitrice di doni a popolazioni intere e a privati, che le si rivolgono coscienti che lei è theophilous basileoos theophilhs mhthr/madre pia cara a Dio, di un pio, caro a Dio, imperatore, che ha ritrovato la Croce del Salvatore e che ha fondato due santuari degni di eterna memoria presso due sante grotte, quella dell’Ascensione sul Monte degli ulivi e quella della Natività a Betlemme.
Certo, lo stesso titolo/agnomen di Eleona (da elaioòn–degli ulivi), ora anche in Occidente – dove il nomen è pronunciato con altra valenza, in senso accrescitivo, matronale, giunonico – aumenta per i cristiani la sua sacrosantità personale ed oscura, annullando le dicerie circa il periodo di stabularia a Drepanon, quando accoglieva il giovane tribuno Costanzo Cloro ed altri ufficiali! La sua figura di sancta-agia non è scalfita dal ripudio del 297 di Costanzo Cloro, che sposa Teodora, figliastra di Massimiano, da cui ha 6 figli, Delmazio, Annibaliano, Giulio Costanzo, Costanza (moglie di Licinio), Anastasia ed Eutropia. Eusebio, nella sua esaltazione di Elena e del figlio, parla di Costantino come fosse davvero un Christianos, quando invece è ancora Pontefice massimo, pagano, e solo alla morte sembra che chieda di essere battezzato!. Si sbaglia se si pensa che per il fatto di aver inciso sugli scudi dei soldati il monogramma di Christos, Costantino venga ritenuto imperator/Autokratoor christianos: L’imperatore è un pagano superstizioso che crede come i suoi soldati nel Deus sebahot /degli eserciti, simile al Sol invictus e perciò fa ornare il labarum/ stendardo imperiale, seguendo un sogno per aver visto, di notte, alla vigilia della battaglia del ponte Milvio in cielo risplendere in hoc signo vinces, quando già c’è il riconoscimento della liceità del cristianesimo da parte di Galerio e di Licinio, che è marito di Costanza sua sorellastra, cristiana fervente ariana. Le successive leggi a favore dei christianoi e specie le ultime sono una esortazione per gli orientali dopo la vittoria sul cognato, ben conoscendo già la loro fede christiana!.
*Professore, Costantino, dunque, come Pontifex ha il culto del Sol invictus, assimilato a quello del Christos Deus Sebahot, oltre che a quello di Zeus, ed è interessato, come dux che ha di mira la victoria-nikh soprattutto per ragioni politiche, all’unità religiosa dell’Impero, per cui risulta desideroso di reprimere le controversie donatiste e in seguito, pacificare gli scontri feroci tra ariani e cattolici!.
Costantino, oltre all’ unità cristiana ha, poco prima di morire il 22 maggio del 337, volontà di mettere d’accordo i suoi tre figli maschi tra loro e di avere l’ appoggio almeno di due dei tanti nipoti, nati dai 6 figli di Costanzo Cloro e Teodora, eletti da lui cesari, Delmazio ed Annibaliano, specie dopo le riforme sociali, economico-finanziarie e militari.
*Dunque, l’imperatore ha molti pensieri in testa prima di morire e non è preoccupato della situazione di Colonia Aelia Capitolina, ove convivono varie anime da due secoli. La città divenuta christiana ad opera sua e di Elena ha un patriarca cristiano, epitropos, che governa normalmente anche se ora predominano i cristiani sulle altre forme religiose, seppure divisi in lapsi, donatisti, ariani e catholici, dopo duecento anni circa dalla fondazione adrianea!.
Marco, Aelia Capitolina ha ancora la struttura di colona adrianea e mantiene la base pagana ma l’elemento cristiano prevale sui coloni, discendenti della decima legione, date le nuove leggi costantiniane e considerati i favori dei magistrati patriarcali che si succedono e che sono fedeli all’autorità imperiale, dei costantiniani, che si accordano a Viminacium il 9 settembre del 337 quattro mesi dopo la morte del padre, mentre la colonia diventa sempre urbs sacra, per aver trovato alcuni fideles anche le orme dei piedi del Christos. Se ti ricordi, io, allora in Ascensione al cielo del Christos , ti rimproveravo e ti dicevo ...Anche tu, comunque, fai un po’ di confusione come i primi cristiani, che, in epoca costantiniana, … mostravano il luogo perfino dell’ Ascensione al Cielo e il punto preciso con le impronte dei piedi del signore, in una grotta e la indicavano esattamente durante il regno di Teodosio (cfr. J. Murphy- O’Connor, La terra santa, EDB 1996,pp 128-9 Moschea dell’Ascensione) – . Sembra che lì, sulla grotta, fu costruita una chiesa, detta Imbomom / sulla vetta, da Poimenia,- una ricca matrona, nel 378, -visitata due anni dopo dalla pellegrina Egeria, (che partecipò ad una cerimonia liturgica!) che aveva forma circolare, il cui centro era aperto verso l’alto. Ti aggiungevo che essa fu poi incendiata dai persiani e in seguito ristrutturata. Di ciò abbiamo notizie da fonti archeologiche e da Arculfo, che ne fece un disegno per i pellegrini bizantini nel 670 d.C., invitati a venerare le impronte dei piedi interamente e chiaramente impresse nella polvere. Concludevo dicendo che i crociati ricostruirono la Chiesa che ebbe, però, pianta ottagonale ed era circondata da un monastero fortificato…e mostravo l’attuale moschea!
*Lei mi diceva, quindi che la cosa è creduta anche in periodi bizantini e poi anche islamici! Io…io mi ricordo che all’epoca mi portò anche la prova con Paolino di Nola (355-431) dopo avermi parlato anche della “scomparsa” di Apollonio di Tyana (cfr. Apollonio di Tyana e Gesù di Nazareth in www.angelofilipponi.com) che, non dando la possibilità di trovare il corpo e non concedendo le certezze sulla morte, faceva sorgere il proprio mito e permetteva ai cristiani di fare altrettanto circa il mythos sulla fine del Christos, scomparso, in quanto morto o in quanto andato a morire in altre località lontane, per alonare la sua figura, già misteriosa di Messia per la millantata resurrezione dai morti!. Lei, allora, mostrava che il mito ebbe subito fortuna ed era già attestato agli inizi del 400 d.C. dalle lettere di Paolino da Nola (Epistola 31,4): Così, in tutta la superficie della basilica, solo questo luogo rimane verdeggiante e la terra offre alla venerazione dei fedeli l’impronta dei piedi del Signore, in modo che davvero si può dire: noi lo abbiamo adorato là dove si sono posati i suoi piedi!.
Marco, ti aggiungevo, allora, che le lettere di Paolino – cfr . G. Santaniello, Paolino di Nola, lettere (2 vol.) , “Strenae Nolanae” 4 d 5 Napoli-Roma, Libreria Editroce Redenzione,1992 p.715 e 740.-, sono connesse con quel Teofilo di Antiochia, scrittore di Tre libri ad Autolico (ed. Paoline,1965), (di cui abbiamo già parlato), che risulta uno dei precursori di quel gruppo di scrittori, compreso Ireneo, che hanno una generica impostazione realistica, per cui non solo rompono l’oscurità che si stende sulla storia dei primi secoli della Chiesa cristiana, ma che, in Oriente come in Occidente, la portano in evidenza dal punto di vista letterale, lasciando, comunque, sempre confusa ogni cosa, perché dànno patina di vero al mito, avendo impostato e definito il dogma della Trias/trinità (Cfr. Ad Autolico, 1,5-7) .
*Quindi, professore, per lei la tradizione cristiana è tenace nel mostrare che ci sono perfino le impronte dei piedi del Christos in terra gerosolomitana e che erano rimaste miracolosamente anche nel periodo di colonia Aelia capitolina ?
Marco, resti sorpreso dalle fandonie del sacerdozio cristiano (e musulmano) che devono mostrare ai proprie fedeli laici, indotti, il passaggio dalla terra al Cielo del Christos e del Profeta? Con Costantino la vecchia colonia adrianea si cristianizza, anche quando ci sono lotte tra i costantiniani, figli legittimi, e tra questi e i tanti nipoti dell’imperatore nati dai sei figli di Teodora, allorché alle rivalità familiari si aggiungono le accese questioni dottrinarie tra cattolici ed ariani per quasi 56 anni.
*Costantino non aveva già risolto il caso, adottando e nominando Cesari Delmazio e Annibaliano?.
No. Marco, anche se tenuti inizialmente a distanza, la situazione non cambia , se non alla morte dell’imperatore quando c’è la strage dei figli e nipoti di Teodora ad opera di Costanzo II (cfr . Zosimo , Storia nuova, II, 39) e neppure le diatribe tra ariani e cattolici cessano, se non sotto Teodosio, col patriarcato, a Costantinopoli, di Gregorio di Nazianzo, pur contestato, e con l’ausilio di Giovanni I o II (386-417) di Gerusalemme, fedele seguace.
* Infatti, a suo dire, già Gerusalemme ha un assetto cristiano, quasi di succursale al patriarcato di Costantinopoli, mentre Roma senza titolo – esiste ancora l’imperatore pontefice massimo ed è sostituita da Milano o Ravenna come capitale imperiale occidentale- è a rimorchio della sede patriarcale di Alessandria.
Certo. Sotto Teodosio, nel 392, la matrona Poemenia fa costruire a Gerusalemme una chiesa a pianta circolare, in apparenza priva di copertura, le cui vestigia sono state oggetto di scavo da parte di Corbo, nel 1965..Alla metà del sec. IV esisteva ancora una basilica sul monte Sion come domus ecclesia che era servita come centro della comunità cristiana nei primi secoli. Questo edificio, del quale mancano quasi completamente testimonianze archeologiche, è raffigurato nel mosaico di Madaba come una grande basilica, quella dell’Agonia al Getsemani, che avrebbe dovuto segnare il luogo in cui Cristo fu tradito, eretta nel 380 circa. Già, comunque, dal 375 comunità di asceti si erano stabilite sul monte degli Ulivi e nobili immigrati con tendenze ascetiche, come Melania senior (350-411) , vi avevano fondato chiese, ospizi e monasteri (cfr. Melania ei pelagiani in www.angelofilipponi ).
*Quindi , per quasi tutto il IV secolo Gerusalemme cristiana si arricchisce di chiese ed diventa sempre più cristiana
Marco, la città ha un grande sviluppo, a detta di Zosimo, non solo dopo i costantiniani, pur tra contrasti religiosi, ma anche coi figli di Teodosio e specie con Athenais Eudocia, moglie di Teodosio II, tanto che agli inizi del VI secolo sembra che ci siano sul monte degli Ulivi ventiquattro chiese, oltre a un gran numero di monaci e monache, senza contare il piccolo monastero della Chiesa del Dominus flevit, costruito nel VII secolo, su un antico cimitero e i resti di altre chiese, che conservano pavimenti musivi con motivi geometrici, a Betania, sul luogo della Resurrezione di Lazzaro.
*Mi può, professore, parlare dell’attività di Eudocia, di cui ho già letto qualcosa (cfr. Athenais Eudocia in www.angelofilipponi.com ) committente di maggior rilievo, rispetto ad ogni altra romana, che, prima, giunse a Gerusalemme in pellegrinaggio nel 438-439 e, poi, vi risiedette, in esilio, dal 442 al 455, e vi lasciò precisi segni come imperatrice-basilissa costruttrice .
Marco, la regina fa edificare una Chiesa adiacente alla piscina di Siloe nel quartiere omonimo, ben esaminata da padre Corbo , che rileva una basilica splendidamente ornata e che, da archeologo, dà precise notizie in quanto ci dice che ad essa si accedeva da Nord, scendendo delle scale, e che la piscina si trovava sotto la navatella meridionale, su cui, poi, nel secolo successivo, al di sopra della navata, venne eretta una cupola. Si sa che Eudocia è committente anche di un’altra Chiesa presso la Piscina probatica, sul luogo associato alla Nascita della Vergine, e forse anche della grande Basilica eretta nel 460 sulla Tomba di Stefano (le cui reliquie erano state già rinvenute ), fuori la porta della Neapolis cristiana. Non si sa se Eudocia nello stesso periodo fece ampliare le mura della città verso Sud per includervi il monte Sion e il quartiere di Siloe.
*Professore, grazie. Ho potuto finalmente capire esattamente che dopo la Galuth adrianea e la fondazione di Colonia Aelia Capitolina, c’è poi una Gerusalemme cristiana, bizantina ed anche islamica!.